lunedì 27 giugno 2016

Gran Paradiso, Parete Nord

La parete nord del Gran Paradiso è una classica, e ne ha tutti i meriti.
Una linea estetica su una parete stupenda, vetta bellissima e difficoltà tecniche contenute.
Da un po'di tempo facevamo il filo a questa salita, rimandandola più volte anche per le condizioni meteo spesso incerte.
Alla fine siamo partiti in due, dormendo in tenda perchè al Rif. Chabod non c'era più neppure un posto.
La salita non presenta grosse difficoltà tecniche (55° su neve massimo, qualche passo di ghiaccio in uscita) ma richiede una discreta preparazione, se non altro per il dislivello da affrontare, complessivamente circa 2.200 metri.
Vetta estremamente panoramica, ma anche molto affollata, soprattutto per la grande affluenza lungo la via normale.
Attenzione alle condizioni della parete, noi l'abbiamo trovata quasi interamente innevata, ma potrebbe presentarsi anche totalmente di ghiaccio.

Accesso: Pravieux, Valasavaranche (AO), Rif. Chabod
Tempo di percorrenza: 2/3 ore dal parcheggio al Rif. Chabod, 2 ore dal rif. alla terminale, 3/4 ore la parete, 3 ore dalla vetta al rif.
Dislivello: 900 dal parcheggio al Rif. Chabod, 800 dal rif. alla terminale, 500 la parete, in totale 2.200 metri
Difficoltà: D (50/55°)
Valutazione: *****

Sacco a pelo, stuoia, tenda, fornello, viveri, acqua, picche... lo zaino da 60 litri è strapieno e pesa un botto. Al piazzale dove si parcheggia in Valsavaranche per salire al Rif. Chabod inizio a temere quei quasi 1000 metri di dislivello che ci separano dal rifugio.
Riccardo non porta la tenda ma è comunque carico come si deve. Il Rifugio Chabod era pieno, quindi ci siamo organizzati in autonomia con la tenda, e bisogna sfacchinare un po'per portare su tutto quello che serve.
Ci incamminiamo poco dopo pranzo per la traccia che sale al rifugio: il sentiero inizialmente procede per ripidi tornanti su un ciottolato, poi si immette nel bosco, passando per un alpeggio, ed esce infine su prati, da dove la nord del Gran Paradiso si scopre.

La parete nord del Gran Paradiso vista dal sentiero per il Rif. Chabod

Marmotta!!

Posto splendido

Paesaggio alpino, il torrente che scorre impetuoso e le alte vette che lo alimentano con le loro nevi, il Rif. Chabod si raggiunge così in due/tre ore di marcia, posto su una bellissima balconata con vista sulla nord.
Come potevamo immaginare il rifugio è strapieno di persone, molti alpinisti, molti altri semplicemente dei camminatori che a quest'ora del pomeriggio si godono una birra al sole guardando il Gran Paradiso.
Ci uniamo a loro e ci scoliamo un paio di birre, facciamo due parole con qualche ragazzo che domani farà la nostra stessa salita e cerchiamo di informarci sugli orari in cui al rifugio vengono servite le colazioni: sappiamo che dobbiamo partire prima per non trovare folla sulla via!
Decidiamo di piantare la tendina poco dopo il rifugio, su un piccolo spiazzo dove la neve si è ritirata.

Ponticello dopo il Rif. Chabod

Cercando un posto per la tenda

Bivacco panoramico

La nord del Gran Paradiso

Prepariamo gli zaini per la salita, ceniamo, diamo un ultimo sguardo alla parete e ci infiliamo nei sacchi a pelo. La tendina è piccola, monotelo e di dubbia tenuta, sicuramente meno pesante da portare di una vera tenda, ma non proprio il massimo per proteggere dal freddo...
Non sono ancora le 2.00 che siamo già in piedi, ci vestiamo e controlliamo un'ultima volta i materiali, quindi iniziamo a incamminarci per la traccia che sale verso la parete.
Nella prima parte l'itinerario per giungere alla parete nord è in comune con quello della via normale, che si abbandona svoltando poi sulla sinistra.
Fortunatamente troviamo la strada già tracciata, e in un paio d'ore ci troviamo poco sotto la grande crepaccia terminale, dove ci fermiamo per sistemare i materiali e mangiare qualcosa.

Crepacciata terminale

Le prime luci dell'alba

La svelta cordata che ci supera...

...e le cordate che seguono

La terminale si supera abbastanza agevolmente, iniziamo a salire per la grande nord con la luce del giorno e una cordata, mattiniera quanto noi, che velocissima ci supera proprio all'attacco della parete.
Con calma procediamo seguendo le tracce altrui, su neve portante che ci consente di andare in conserva, alternandoci, fino alla fine della via.
La parte centrale della parete è di ghiaccio vivo, quindi ci teniamo sulla sinistra, nei pressi del costone roccioso, dove ancora si trova buona neve.

Lungo la nord

Nella parte alta

La salita è discretamente lunga, ma alla fine in poco più di tre ore e mezza dalla terminale siamo fuori, superando un tratto di ghiaccio secco e spaccoso (circa 10 m) proprio in corrispondenza della cresta d'uscita.
Il sole all'uscita della nord è sempre spettacolare, dalla cresta nevosa vediamo la vicina vetta, che in pochi minuti raggiungiamo passando per esile ed esposta cresta.
Dalla vetta si scende con una breve calata, o disarrampicando, ad una piccola sella; ci sono un paio di vecchi cordini da sfruttare per scendere.
Sopra la selletta si trova la madonnina, raggiungibile con un paio di passi di III, facendo attenzione all'affollamento (in loco un chiodo e una catena poco sotto la statua, utile per scendere).

La vetta del Gran Paradiso vista dalla cresta d'uscita della nord

Il muretto di discesa dalla vetta

Il panorama è mozzafiato, dal mare di nuvole che ci circonda spuntano il Bianco e mille altre vette, 4.061 metri di quota, la fatica fatta è ampiamente ripagata, stupendo!
Per la discesa si segue ora la normale, compiendo prima un ampio traverso per poi scendere ad un vasto pianoro, affollatissimo di alpinisti che arrivano dai due versanti.

Panorama

Plateau nevoso

Da qui si continua a scendere sino ad un'evidente sella, la schiena d'asino, dove si prende a destra (a sinistra si scende al Rif. Vittorio Emanuele).
Ora si prosegue per il ghiacciaio, superando alcuni visibili e grandi crepacci, tornando al Rif. Chabod in circa tre ore dalla vetta.

Crepacci lungo la via normale

Ci stendiamo un minuto al sole della tarda mattinata, quindi iniziamo a smontare la tenda e a riempire di nuovo gli zaini, che porteremo con una certa fatica lungo il sentiero di discesa fino al parcheggio.
Salita nel complesso abbastanza faticosa, ma bellissima e appagante, ambiente fotonico, un progetto che si realizza!

2 commenti:

  1. Un progetto rincorso per diverso tempo, poi, quasi senza pianificarlo...capitano le condizioni e si parte!!!
    Fatica ampiamente ripagata sia dalla bellezza della montagna che della salita, ma soprattutto dall' ottima compagnia!
    Grazie Bob, ah...ti ricordi dell' altro progetto di cui parlavamo, non è vcero....è lì che ci aspetta!!!!
    A presto,
    Riccardo

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