lunedì 23 aprile 2018

Parete Nord del Monte Pasquale e Monte Cevedale

Concatenamento spettacolare, immerso in un panorama da cartolina al centro dell'arco alpino; una salita relativamente semplice che ci ha regalato una bellissima giornata e una divertente e lunga sciata.
La salita, con appoggio al Rifugio Pizzini, si svolge prima sulla parete Nord del Monte Pasquale, per poi puntare alla vetta del Monte Cevedale. 
Le difficoltà alpinistiche sono concentrate principalmente sulla prima parte del percorso e dipendono sostanzialmente dall'innevamento della parete Nord, che in condizioni di ghiaccio potrebbe risultare discretamente impegnativa.

Accesso: Santa Caterina Valfurva (SO)
Tempo di percorrenza: 1.30/2.00 ore da Santa Caterina al Rif. Pizzini, 3.30/4.00 ore dal Rif. Pizzini alla vetta del Monte Pasquale, 3.00 ore dal Pasquale alla vetta del Cevedale, 2.30 ore dalla vetta del Cevedale alla macchina
Dislivello: 600 metri daSanta Caterina al Rif. Pizzini, 1.100 metri dal Rif. Pizzini alla vetta del Monte Cevedale
Difficoltà: AD+, BSA
Valutazione: ****


La parete Nord del Monte Pasquale è una di quelle salite che non avevo mai preso molto in considerazione, finchè non si è presentata l'occasione di cercare una nord "facile" da salire con gli sci in spalla, per cercare di unire un po'piccozze e sci.
Dopo un viaggio in auto che sembra infinito arriviamo nel primo pomeriggio a Santa Caterina Valfurva e - pagato il pedaggio - saliamo in auto fino al parcheggio da dove parte la traccia per il Rifugio Pizzini.
Fatti gli zaini, riusciamo ad infilare gli sci quasi subito, iniziando a salire facilmente verso la Val Cedec. 
Il percorso è intuitivo e su pendenze modestissime, non abbiamo fretta di arrivare e ci godiamo il magnifico panorama; in circa un paio d'ora siamo infine al Rifugio Pizzini, dominato dal massiccio Gran Zebrù, con vista diretta sulla parete Nord del Monte Pasquale.

Verso la Val Cedec

Il Gran Zebrù

Il Rif. Pizzini

La parete Nord del Monte Pasquale e la vetta del Monte Cevedale

Al rifugio birra, poi cena e dormita, con la sveglia generosamente puntata alle 4.15.
Sono circa le 5.15 quando usciamo dal rifugio e infiliamo gli sci, sulla neve durissima rigelata dal freddo della notte.
Ci dirigiamo verso la parete Nord del Monte Pasquale alla luce delle frontali, con la luce del giorno che ci coglie mentre saliamo il pendio che da accesso alla grande comba sottostante la parete.
Nel frattempo un gruppo di ragazzi austriaci ci supera di gran velocità, cosa che ci solleva non poco, visto che saranno loro a fare la traccia per tutta la salita!

Prime luci dell'alba

La nord del Monte Pasquale

Piena nord

Con gli sci ai piedi saliamo fino alla base della nord, quando la parete impenna e infiliamo i ramponi.
La neve non è durissima ma si sale comunque bene, tanto che procediamo slegati, utilizzando la seconda picca solamente negli ultimi metri, dove sotto la neve si inizia a sentire il duro del ghiaccio.
Il sole all'uscita delle pareti nord è sempre l'emozione più bella per chi va in montagna, e immersi in un panorama unico seguiamo per gli ultimi metri la cresta fino alla vetta (3.553 mslm).

Ultimi metri

La cresta finale del Monte Pasquale

Qui, oltre alla piccola croce di vetta, dalla neve spuntano evidenti i resti di quelli che durante la prima guerra mondiale furono gli avamposti dei soldati sulla linea del fronte, che si sviluppava proprio su queste creste.

Una delle baracche della prima guerra mondiale

Il tempo di fare qualche foto e ripartiamo per la seconda vetta della giornata, che vediamo netta di fronte a noi. 
Scendiamo quindi per via intuitiva verso il Colle del Pasquale (3423 mslm), dove affrontiamo una crestina e un breve traverso prima di iniziare a risalire verso il Cevedale per pendii sempre più aperti.
Giunti su un comodo plateau decidiamo di non affrontare la cresta rocciosa che sale direttamente alla vetta e di salire direttamente per il pendio sovrastante.

Il Monte Cevedale

Su neve non proprio ottima, evitando delle placche di ghiaccio durissimo, saliamo velocemente alla cresta sommitale, che in breve ci conduce alla grande croce di vetta, affollata di alpinisti (3.769 mslm).
La giornata è eccezionale, niente vento e una visibilità stupenda sull'arco alpino innevato, in vetta ci riposiamo e prepariamo sci e scarponi per la discesa.

Vista immensa


Il Monte Pasquale visto dalla vetta del Cevedale

La sciata avviene lungo la via normale, prima seguendo la cresta per poi affrontare un tratto più ripido, dove troviamo neve a gobbe non molto divertente. Sciando verso destra (faccia a valle) ci immettiamo in un plateau molto più piacevole, con neve battuta dai tanti sciatori già scesi.
Qui pieghiamo a sinistra e ci immettiamo in un evidente canalone, sciando tra grandi crepacci e seraccate incombenti, su una neve splendida che ci regala una sciata piacevolissima.

Neve stupenda

Seracchi

Discesa con vista

Seguendo il vallone, sempre più largo, puntiamo ai tralicci della teleferica per il Rif. Casati, dopo i quali in breve arriviamo al Rif. Pizzini.
Breve sosta per recuperare qualche materiale lasciato al Rifugio e riprendiamo a scendere verso valle, con la neve che purtroppo, complice anche la bassa quota, è diventata pesantissima.
Uscita impegnativa nel complesso ma interessantissima e piacevole, soprattutto per la bellezza delle vette e della sciata. La parete Nord del Monte Pasquale, se in ghiaccio, potrebbe richiedere una progressione a tiri; le condizioni della parete sono valutabili ottimamente dal Rifugio Pizzini dal quale si ha un'ottima panoramica.

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