domenica 26 agosto 2012

Campanile di Val Montanaia

Il simbolo del Parco delle Dolomiti Friulane, la straordinaria guglia rocciosa che si erge nel mezzo della Val Montanaia, salita per la prima volta nel 1902.
L'arrampicata è sempre divertente, anche se non del tutto banale (a tratti espostissima). Davvero spettacolare l'arrivo sull'esile vetta ed il suono riecheggiante della famosa campana. Unica la discesa!

Accesso: Rifugio Pordenone (Cimolais - PN)
Tempo di percorrenza: 2 ore all'attacco, 3 ore la via
Dislivello: 600 m. l'avvicinamento, 200 m. la via, 260 m. di sviluppo
Difficoltà: IV, pp. IV+ e V, D-
Valutazione: *****


Certamente si tratta di una delle guglie più note delle Dolomiti, se non altro per la spettacolarità della posizione. La via normale è stata aperta nel 1902 dagli austriaci Von Glanvell e Von Saar, seguendo le orme dell'alpinista italiano Cozzi che, pur superando il difficile tratto che ancora oggi porta il suo nome, non aveva intuito l'espostissima taversata con cui i primi salitori riuscirono a guadagnare la vetta.

La Val Montanaia e il Campanile

Per una salita portare normale dotazione alpinistica, qualche friend, dadi, cordini. Consigliabili due mezze corde, anche se non indispensabili per la discesa (una corda da 70 metri, anche se per pochi centimetri, è sufficiente).
Il punto di partenza è il Rifugio Pordenone, raggiungibile (circa 30 minuti) da Cimolais tramite la strada che - a pagamento (6 €) - risale la Val Cimoliana.
Si può prendere il sentiero sia dal parcheggio del Rifugio sia da dietro il Rifugio stesso, iniziando a risalire la Val Montanaia inizialmente all'interno del bosco.

Sentiero nel bosco

In breve i pini diradano, lasciando spazio al ghiaione, fondo del torrente in estate asciutto, che si dovrà seguire sino all'attacco della via.
Superata la spalla rocciosa sulla destra, dopo circa un'ora di cammino, si può iniziare ad ammirare il Campanile, ancora lontano ma assolutamente inconfondibile.
Più o meno in due ore si arriva a destinazione: proprio di fianco al Campanile, sulla sinistra di chi sale, si stacca un evidente sentierino che conduce alle roccette poste alla base della guglia.
Facilmente si risalgono alcuni brevi balzi, fino ad arrivare in vista della prima sosta e dell'attacco della via (2 chiodi con cordone).

Salamandra

Il Campanile!

Visto da sotto


Le roccette per l'attacco

L1: a destra del camino per qualche metro (clessidra con cordone), poi dentro lo stesso (chiodo) per uscirne verso destra guadagnando la comoda sosta su 2 anelli (III, IV).
L2: lievemente a sinistra sulla cengia, poi ci si alza su tratto leggermente strapiombante (1 chiodo). Per placca  appoggiata  (1 chiodo) si arriva quindi, passando per terrazzino (2 spit) alla base di una fessura/camino, nella quale si sosta su 2 anelli (III, IV+).
L3: su per il camino, inizialmente più appoggiato, poi più verticale (anello). Dall'anello si esce a destra e si continua a destra per facili gradoni fino allo spigolo ovest (IV, IV+).
L4: a sinistra per roccette (occhio) e gradoni, si raggiunge così il pulpito Cozzi (sosta su anelli), alla base dell'omonima fessura (III).
L5: è il tiro della nota fessura Cozzi, che noi scegliamo di evitare passando per la variante, più semplice e meno unta, pochi metri a sinistra. Parlare di esposizione è riduttivo: su per la placca, buonissimo chiodo, poi ancora su, altro chiodo (IV). Arrivati alla cengetta non si seguono i chiodi in alto ma si traversa (!!) in massima esposizione aggirando lo spigolo (4 chiodi, 2 clessidre con cordone, III) fin sotto il camino Glanwell, dove si sosta su due anelli.
L6: ultime difficoltà della via. Su per il camino, inizialmente con passo strapiombante un po'duro (V, ottimo spit rinviabile già dalla sosta) poi più tranquillo (friend incastrato), fino al ballatoio, dove si sosta su 2 anelli.
L7: leggermente a destra della sosta, all'inizio un po'aggettante ma facile (IV), poi più semplice ma su roccia da controllare prima da tirare. Sosta su anello e spit.
L8: dalla sosta su per facili rocce (III), non ho trovato le clessidre indicate nella relazione. Come prima, attenzione a cosa si prende in mano. La sosta è poco sotto la vetta vera e propria. Personalmente non ho resistito e prima di recuperare il compagno sono corso a suonare la campana!!

L'espostissima traversata del 5° tiro

La cima! Giù in basso il bivacco Perugini

Dalla vetta il panorama è unico, 360 gradi di spettacolo da un pulpito micidiale. L'eco è veramente eccezionale, dalla valle si sente ogni singola parola di chi sta sopra.
Una firma sul libro di vetta, un ultimo sguardo intorno e si inizia, anche se un po'controvoglia a scendere.
Per la discesa come detto, con una corda da 70 metri siamo arrivati proprio giusti. Le calate effettuate (anche queste bellissime) sono le seguenti:
1: dalla sosta di L8 fino a quella di L7 (30 metri).
2: dalla sosta di L7 fino al ballatoio (35 metri)
3: faccia a monte si percorre il ballatoio verso sinistra, fino a trovare, dopo pochi metri, gli ancoraggi della calata Piaz. Da qui con unica calata, in parte nel vuoto (bellissima) fino al balcone nord del campanile (35 metri, la corda da 70 è precisa). E'presente una sosta intermedia, nel vuoto, su 2 chiodi, non proprio consigliabile.
4: dal balcone si scende camminando e seguendo alcuni ometti (sinistra, faccia a monte). Si trovano poco dopo due anelli su cui compiere l'ultima calata di 20 metri, in parte nel vuoto, sino alla tacca del campanile. Faccia a monte, si scende verso sinistra per ghiaie e roccette. In breve si torna all'attacco, da qui in un'ora al Rifugio per il sentiero d'andata. Ottimo il ruscello per bere e rinfrescarsi un po'dopo la salita!

Qui la relazione della via utilizzata per la salita (attenzione, alla base della via non c'è l'anello indicato ma solo una sosta su chiodi e la terza doppia si trova andando a sinistra faccia a monte, non a destra).

 Ultima doppia da 20 metri






2 commenti:

  1. osservando attentamente il famoso Campanile di Valmontanaia, appare curioso come da ogni angolazione è possibile intravedere l'effige stilizzata dalla natura del volto di Mauro Corona, che tanto ha fatto e trascorso in questa valle.
    Gloriano (glotesi@gmail.com)

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