lunedì 16 aprile 2018

Il Monte Corvo per la Valle Crivellaro

Uscita impegnativa e notevole, come ambiente, come sviluppo complessivo e come ripidità della sciata, probabilmente al limite del BS. 
Il percorso è spettacolare nella varietà di ambienti che attraversa ed è molto meno frequentato - nonostante la vicinanza degli impianti - rispetto ad altri itinerari dello stesso gruppo montuoso.
Se gli impianti di di Prato Selva sono chiusi si sommano poco più di 1.500 metri di dislivello in totale.
La salita, vista l'esposizione a nord, è in genere in condizioni sino a primavera inoltrata; in inverno l'alto rischio di valanghe sconsiglia la frequentazione della valle.

Accesso: Prato Selva (TE)
Tempo di percorrenza: 7 ore
Dislivello: 1.500 metri
Difficoltà: BS (secondo alcuni anche OS)
Valutazione: ****


Tra i vari itinerari scialpinistici del gruppo del Gran Sasso la salita al Monte Corvo è una chicca da non perdere, una gita grandiosa che rimane in condizioni fino a stagione inoltrata.
Conoscendo in anticipo l'impegno globale dell'uscita partiamo presto e alle 7.30 arriviamo al piazzale di Prato Selva, dove quest'anno gli impianti di risalita sono rimasti fermi.
Il piazzale è totalmente vuoto e c'è un'aria quasi da smobilitazione, di assenza, che forse colgo solamente io nel vedere strutture chiuse, piloni senza seggiolini, strade dissestate.
Eppure l'ambiente è magnifico e apertissimo: già da qui sembra di poter toccare i Monti della Laga con una mano, e il vicino Monte Corvo sembra quasi irraggiungibile, al di sopra dei vuoti prati delle piste e del bosco.

In risalita sulla prima parte del percorso, in lontananza il Monte Corvo

La prima parte del percorso risale le piste, sci in spalla, seguendo la linea dei piloni: ad una breve salita segue un piccolo avvallamento per poi salire di nuovo, fino a circa quota 1600, dove sulla destra (segnali bianco-rossi) si imbocca una pista che si immette nel bosco.

All'interno della faggeta

In lieve salita, immersi in una spettacolare faggeta, la pista aggira il Colle Abetone, sbucando infine su un'aperta radura.

Ampia radura al termine del bosco

Da qui si risale il pendio sovrastante, piegando quindi ancora a destra (segnali bianco-rossi) e mantenendosi alla sinistra di un marcato crinale.
Al termine del crinale occorre ora scendere verso l'imbocco della Valle Crivellaro, ben visibile dall'alto.

La Valle Crivellaro inizia a profilarsi

Lontanissima (in alto a sinistra) la vetta del Monte Corvo

Superato un più ripido tratto di sentiero caratterizzato da grossi ciottoli, si piega a sinistra e si giunge in prossimità della Valle.
Si inizia da qui la lunga risalita verso la vetta, superando prima un tratto più ripido ed immettendosi poi in un ampio e spettacolare anfiteatro, delimitato da una imponente fascia rocciosa orizzontale.

L'imbocco della Valle Crivellaro

In risalita

La Valle si apre

Su pendenze più lievi occorre puntare al lato sinistro della Valle Crivellaro, dove - a fianco della fascia rocciosa - si apre un'ampia pagina che conduce alle creste sommitali.
Il ripido pendio (circa 35°/40° continui) viene risalito solitamente sci in spalla, sbucando poco al di sotto dell'anticima del Monte Corvo.

Il gruppo dei Monti della Laga verso Nord

Sci in spalla, quasi all'anticima

Ultimi sforzi

Da qui, per creste o con traverso lungo il pendio nord, si raggiunge in breve la vetta del Monte Corvo, con visuale importante sulle principali vette del gruppo, dal Cefalone alle Malecoste, ad Intermesoli al Corno Grande.

Vetta

La massiccia cresta delle Malecoste

La via di discesa da noi scelta segue fedelmente quella di salita, anche se è possibile scendere anche per la vicina Valle Fosso del Monte con pendenze meno sostenute.
Il tratto più ripido della discesa è quello che dalla sommità della valle giunge alla comba centrale: fare attenzione a tenersi sulla destra (faccia a valle) per evitare la fascia rocciosa orizzontale.

Curve nella Valle Crivellaro

Al termine della Valle Crivellaro si prosegue, tratti sci in spalla, per il percorso seguito all'andata.
Gita nel complesso molto interessante ma anche impegnativa, si consiglia un'attenta valutazione delle condizioni della neve anche in primavera; nella parte alta abbiamo trovato leggere lastre da vento anche a metà aprile.

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