martedì 1 luglio 2014

Monte Cotento da Campo Staffi

Bloccato per qualche giorno in quel di Roma, non resisto al traffico e al caos della zona. I Monti Simbruini sembrano una valida alternativa, e il Monte Cotento la cima giusta per fare due passi e qualche foto.
La salita è assolutamente semplice e l'orientamento elementare, notevole il panorama, dalla vetta, sui principali gruppi dell'Appennino.

Accesso: Campo Staffi (FR)
Tempo di percorrenza: 1 ora
Dislivello: 260 metri
Difficoltà: T
Valutazione: **


Giunti a Campo Staffi si arriva alla fine della strada asfaltata, ove si parcheggia.
Da qui inizia il sentiero, che sale inizialmente sul rilievo antistante il Monte Cotento, chiamato (che fantasia!) Monte Anticotento, sul quale si trovano i piloni degli impianti di risalita.
Davanti si apre ora una valletta, oltre la quale il Monte Cotento si impenna per un centinaio di metri o poco più.

Campo Staffi

Il Monte Cotento

La valletta prima della salita

Scelgo di costeggiare la valle e di affrontare il pendio dritto per dritto: in circa mezz'ora dalla partenza, incontrando anche qualche segno bianco-rosso ad indicare il sentiero, sono in vetta al Cotento.
La passeggiata è elementare ma la vista dalla vetta è eccezionale. Riconosco la Majella dalle rave ancora innevate, poi l'immensa piana di Avezzano, il Velino ed il Cafornia, dietro il Corno Grande, il vicino Monte Viglio.

Croce di vetta

La Piana di Avezzano, il Velino ed il Cafornia

Rimango un po'in vetta a far foto, poi faccio due passi per la cresta che in direzione est sormonta un bellissimo vallone detritico, fino allo sperone sul quale la cresta stessa termina.
Si annuvola, forse no, ma è ora di rientrare. Senza traccia scendo per prati, fioritissimi, fino alla macchina, sulla strada del ritorno faccio tappa a Filettino: fettuccine, un quarto di rosso, riempo una bottiglia a una fonte e sono pronto (o quasi) per tornare ad essere io stesso il traffico romano. 
Esistono molte prigioni - diceva un tale - e non tutte hanno le sbarre.
Certe cose probabilmente non le capirò mai, prima fra queste come sia possibile rinunciare alla montagna. Non all'alpinismo, ma semplicemente ad una salita, ad un prato, al vento gelido di una vetta o all'odore di una faggeta.
No, credo che questo proprio non riuscirò mai a capirlo.

Fioriture


Nessun commento:

Posta un commento