lunedì 19 settembre 2016

Monte Nerone, Cresta del 150° CAI

Piacevole salita in ambiente isolato e selvaggio. I passaggi sono ben protetti a chiodi ma la via non deve essere sottovalutata nell'impegno generale.
In tutto si percorrono cinque lunghezze di corda, inframezzate da un infido tratto di cresta da superare slegati o in conserva.
Arrampicata divertente su roccia da buona a discreta, portare rinvii e cordini per allungare le protezioni, non indispensabili protezioni veloci.

Accesso: parcheggio della falesia del Fosso dell'Eremo
Tempo di percorrenza: 4,30 ore
Dislivello: 190 metri di sviluppo
Difficoltà: D (prevalentemente IV, un paio di pass. di V+)
Valutazione: ****


Dal parcheggio per la falesia del Fosso dell'Eremo si imbocca il sentiero, dall'altra parte della strada, che conduce ai monotiri.
Dopo circa cinquanta metri occorre però deviare a sinistra, imboccando una piccola gola, dopo la quale risalire sulla sinistra per esile traccia su ghiaie ed erba.
Si prosegue ora per questa traccia e si raggiunge uno sperone, da aggirare sulla sinistra. Si sale quindi in in cresta e si procede per questa fino ad immettersi in un tratto di bosco, a raggiungere un altro tratto di cresta, dopo il quale si devia a destra per arbusti, procedendo a mezza costa.
L'attacco della via è situato in corrispondenza di un omino, nei pressi di un piccolo slargo nella traccia (circa 40 minuti dalla partenza, chiodo in alto).

L1: salire per il diedro/rampa da sinistra verso destra (IV), uscendo su rocce più facili e puntando ad un alberello sulla destra, sul quale si sosta su cordone (30 m, IV)

Il primo tiro

L2: proseguire per il filo di cresta sopra la sosta, per poi traversare a sinistra ed imboccare un evidente diedro (pass. V) da risalire con bella arrampicata; uscire dal diedro sulla sinistra ed andare a sostare su comoda pianta con cordone (40 m, IV+, V)
L3: sulla sinistra della sosta per un diedro appena aggettante  ma ben ammanigliato (V), dopo il quale rimontare uno sperone ed uscire su facili placconate da percorrere fino alla base di un risalto, dove si sosta su albero e cordone (60 m, V all'inizio poi facile)

La seconda parte di L3

Facili placche

L4: superare il breve risalto con facile arrampicata e sostare in cresta su spuntone (20 m, III)

Il risalto di L4

Da questo punto è ora necessario percorrere l'affilata cresta sin sotto l'ultimo risalto. La cresta è a tratti molto esposta e presenta passaggi di I e II, su roccia non sempre molto stabile (attenzione!).
In circa 200 metri si raggiunge in questo modo la base dell'evidente spigolo giallo dove corre l'ultima lunghezza di corda. Sosta con due cordoni su clessidre nei pressi di alcuni grossi massi.

La cresta verso lo spigolo di L5

L5: salire sui grossi massi sovrastanti la sosta e raggiungere la base dello spigolo; attaccare la parete di sinistra (ch.) e proseguire per questa fino a che non è possibile rimontare il filo dello spigolo; alzarsi ora verso un evidente strapiombo giallo da superare con bei passaggi esposti (V+) su alcune prese resinate, uscendo quindi dalle difficoltà. Dovrebbe esserci una sosta su alberello, che evidentemente non ho notato, andando a sostare su spuntone (50 m, IV+, un paio di pass. di V+).

Sullo spigolo finale

Fuori dalle difficoltà

Per la discesa occorre ora raggiungere l'anticima seguendo l'evidente crestina. Dall'omino di vetta si scende di qualche metro in direzione ovest per facili roccette e si imbocca quindi un'esile traccia che costeggia la parete e che si getta quindi nel boschetto sottostante.
La traccia è particolarmente sfuggente, tanto che l'abbiamo seguita sino ad un certo punto per poi perderla. Si raggiunge comunque una crestina inizialmente esile poi più larga, dopo la quale alcuni omini indicano il percorso.
Perdendo totalmente la traccia ci siamo immessi nel bosco sottostante evitando alcune pericolose balze (occhio), scendendo ripidamente senza sentiero. Aiutandoci con gli alberi presenti siamo usciti infine sulla carrareccia proprio di fronte alla falesia del Fosso dell'Eremo (un'ora circa dalla vetta).
Via nel complesso molto piacevole e di carattere alpinistico, meritevoli soprattutto il secondo e l'ultimo tiro.

L'anticima della vetta del 150° CAI

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