lunedì 16 settembre 2013

Pizzo del Diavolo: Camino Meridionale e Spigolo Bafile

Una classicissima del Pizzo del Diavolo, una salita completa in un ambiente entusiasmante, dove le sole difficoltà dell'arrampicata non riescono a descrivere l'intera via.
Assolutamente da evitare con tempo incerto, vista la problematicità di una eventuale ritirata.
Attenzione alla qualità della roccia, sempre da verificare lungo tutto l'itinerario!

Accesso: Forca di Presta (GPS: 42.789921,13.260756)
Tempo di percorrenza: 2 ore l'avvicinamento, 5 ore la via, 2.30 ore il rientro
Dislivello: 1.200 metri
Difficoltà: EE/IV (1 pass. IV+)
Valutazione: ****


Non è la prima volta che tento di salire lo Spigolo Bafile.
Avevamo provato in maggio, tornando bastonati. Sbaglio di via, pioggia che arriva, ritirata in doppia e le corde che si incastrano e rimangono li, mentre noi ce ne andiamo bagnati fradici scendendo per dirupi.
Siamo tornati a giugno dopo un paio di settimane, con l'intento di recuperare le corde ed eventualmente provare la salita, ma ci limitammo al recupero, immersi in una quantità di neve degna di un buon febbraio e giurando che non sarebbe finita così.
Così eccoci di nuovo, con i primi segni dell'autunno che arriva, a salire da Forca di Presta verso lo Zilioli, per poi scendere ai laghi e scarpinare ancora fino all'attacco del Camino Meridionale.
Lo Spigolo Bafile non attacca infatti ai piedi del Pizzo del Diavolo, ma dalla testa del gran gendarme, che si può raggiungere con diversi percorsi, di cui il più facile è proprio il Camino.

L'attacco del Camino meridionale

L1) La via inizia proprio dentro quest'ultimo (ch.), dove si supera un primo verticale passaggio in opposizione (III+) per poi spostarsi sulla destra e rimontare dei più facili saltini rocciosi (III, un paio di ch.).
La sosta del primo tiro è su un pulpitino alla destra del canale/camino, attrezzata con tre chiodi e cordoni.
L2) Si procede ora spostandosi dentro il canale e risalendo facilmente lo stesso fino a sostare su una clessidra e su un fix (III, un paio di ch.).
L3/L4) Occorre ora proseguire nel canale, che da qui non oppone più difficoltà, se non una qualità della roccia veramente indescrivibile, si muove praticamente tutto. 
Con un po'di attenzione è possibile salire questo tratto (II/III, circa 80 metri, nessuna protezione) legati in conserva, con il rischio però di scaricare ciottoli di ogni genere sul compagno che segue.
Noi abbiamo preferito fare due tiri di corda, facendo una sosta intermedia su uno spuntone dopo circa 55 metri.
Superata una piccola strettoia finale si arriva nei pressi della "testa" del gran gendarme, termine del Camino meridionale.

Da qui bisogna ora raggiungere l'attacco dello Spigolo Bafile: si possono fare due tiri di corda o andare con prudenza in conserva.
L5) Si procede seguendo una debole traccia fin sotto un marcato canale, che si risale quindi per balze rocciose ed erba fin sotto una grottina (possibile sostare su macigno all'interno dell'apertura, II, nessuna protezione).
L6) Si sale quindi per il canale sulla destra della grotta, giungendo ad una forcella con sulla sinistra un pulpitino. E'possibile sostare (molto scomodamente) su due chiodi posti sulla sommità del pulpito o, in modo più agevole, attrezzare sulla forcella una sosta con spuntone e qualcosa da incastro (II, nessuna protezione). Inizia qui lo Spigolo Bafile!

Verso la sella delle Ciaole

L7) Dritti per il canale davanti alla forcella, evitando di seguire alcuni chiodi visibili sulla sinistra (è una più difficile variante), a raggiungere un altro grottino dall'apertura regolare, sulla sinistra del quale si sosta su uno spit (III, nessun chiodo).
L8) Salire le compatte placche sovrastanti sfruttando le fessure che le incidono, superate le quali ci si ritrova in pieno spigolo (bellissimo) sul quale si continua ad arrampicare fino ad una comoda sosta su due tasselli alla base di una fessura (2 tasselli, 3 ch., IV, 60 metri).

Il panorama dallo spigolo

Il Gran Sasso in lontananza

L9) Affrontare la fessura strapiombante con passaggio atletico (IV+/V) e rimontare sul terrazzino sovrastante. Proseguire per largo pianoro, fino ad un forcellino dove, con l'aiuto di un "canapo", si scende di un paio di metri, trovando la sosta (IV+V, 2 ch.; n.b. in sosta vi è un solo chiodo arrugginito, è possibile sostare più comodamente sul pianoro sfruttando speroni/massi, ma perdendo utili metri di corda per il tiro successivo, di 60 metri esatti).
L10) Dal forcellino alzarsi lievemente a sinistra, percorrendo in divertente arrampicata la parete sovrastante. Si aggira lo strapiombo sulla sinistra, incontrando un chiodo. Da qui dirigere ora a destra, ad intercettare nuovamente il filo dello spigolo. Sosta su un pulpitino molto panoramico con due chiodi (IV).

La via è finita, ma la vetta non ancora raggiunta.
Dal pulpitino ci si scioglie e si prosegue per salti rocciosi friabilissimi verso la sommità del Pizzo del Diavolo, che si raggiunge scomodamente in circa un'ora.

Ultimi risalti rocciosi prima della vetta

Dalla vetta del Pizzo del Diavolo verso la Sibilla

Da qui per cresta sino alla Cima del Redentore, poi sempre seguendo la dorsale si fa rientro verso Punta di Pratopulito, quindi si intercetta il sentiero che sale da Forca di Presta.

Il Pizzo del Diavolo e i laghi di Pilato

Nessun commento:

Posta un commento