lunedì 12 maggio 2014

Dai Prati di Tivo alla Sella di Monte Aquila

Le nevi primaverili attirano gli sciatori, e poco importa se bisogna fare un'ora e mezzo di sentiero nel bosco, con gli scarponi ai piedi, prima di salire sugli sci!
Bellissima la Val Maone, che si percorre interamente prima di iniziare a risalire la conca di Campo Pericoli, fino ad arrivare alla Sella di Monte Aquila.
Neve abbastanza pesante da sciare dalla Sella fino al Rif. Garibaldi, da qui in avanti molto migliore. Salita nel complesso faticosa e abbastanza lunga, ma ne vale la pena!!

Accesso: Prati di Tivo (TE)
Tempo di percorrenza: 5.30 ore
Dislivello: 1200 metri
Difficoltà: MS
Valutazione: ****


Lasciata la macchina nei pressi dei Prati di Tivo si inizia a camminare, sci in spalla, seguendo il sentiero che per bella faggeta immette nella Val Maone.
La stagione inoltrata ci impone di andare a piedi per almeno un'ora e mezzo prima di infilare gli sci, con le pareti di Intermesoli che sulla destra scaricano delle paurose valanghe marroni di neve e detriti che con i loro boati ci tengono compagnia per quasi tutta la salita.

Il sentiero per la Val Maone

Nevaio

Prima che la valle si apra, quando già il Cefalone inizia a fare capolino, infiliamo gli sci e iniziamo a salire sulla buona neve che solcheremo fino all'arrivo.
Seguiamo l'andamento delle conche, cercando di perdere il minor dislivello possibile tra i saliscendi che caratterizzano la vallata.
Il sole di maggio picchia, anche con le maniche corte si suda e la meta sembra davvero lontana, la neve è pesante e bagnata...

Intermesoli

Spunta il Cefalone!

Il Corno Grande che spunta sulla sinistra e il Duca degli Abruzzi davanti, nonostante la fatica, sono la visione giusta per affrontare gli ultimi metri di dislivello.
Un vento gelido ci accoglie sulla Sella di Monte Aquila, dove svelti diamo fondo ai dolciumi rimasti e togliamo le pelli di foca. 

Ancora è lunga...

Nubi lenticolari sul Corno Grande, c'è vento in alto!

Svelti iniziamo quindi a scendere, arrivando al Rif. Garibaldi su neve pesante, che a tratti ci costringe a "spedalare" per avanzare su qualche saliscendi.
Il rifugio è interamente sommerso dalla neve, spuntano il comignolo e una parte di tetto! 

Il Rif. Garibaldi

Da qui le condizioni della neve migliorano decisamente, si scia veloci e in breve il divertimento finisce, mentre dai ripidi canali che fiancheggiano la valle continuano i boati delle scariche.
Tolti gli sci percorriamo a ritroso il sentiero d'andata, ora interminabile, fermandoci anche a dare un'occhiata alle cascate del Rio Arno, gonfie dell'acqua di scioglimento delle nevi.

Le cascate del Rio Arno

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