lunedì 9 giugno 2014

Gelagna alta, La fessura dei Vesuviani

Via sportiva ottimamente attrezzata a fix, quattro lunghezze in tutto, arrampicata sempre divertente e su buona roccia, con difficoltà di V+ costanti.
Per una ripetizione portare una quindicina di rinvii e materiale per le doppie (la discesa avviene con calate lungo la via di salita).

Accesso: Gelagna (MC)
Tempo di percorrenza: 4 ore
Dislivello: 100 metri per l'avvicinamento, 110 metri la via
Difficoltà: V+
Valutazione: ***


Parcheggiata la macchina nel piccolo piazzale del paesino di Gelagna, si imbocca il sentiero che parte in salita proprio di fianco allo stesso.
Già dopo qualche minuto di cammino si inizia a scorgere la parete sud del Monte Igno, sulla quale corrono numerose vie sportive. La Fessura dei Vesuviani segue l'evidente fessura che taglia il versante circa a metà parete, fino ad arrivare nei pressi della vetta.

La parete vista dal sentiero

Avvistata una comoda tabella riepilogativa delle vie e delle difficoltà, si imbocca la ripida traccia che sale verso la parete all'interno della fitta vegetazione.
L'attacco della via è posto alla base di un evidente pilastrino di roccia compatta, nei pressi di un piccolo terrazzo molto comodo per prepararsi alla salita.

Tabella

La seconda parte della via

1) La prima lunghezza (20 metri) affronta il pilastrino, si scala la bella placca per alcuni metri, per poi deviare leggermente sulla sinistra; rimontato uno sperone, ci si immette nell'evidente canale (occhio, qui massi instabili) che in breve conduce alla sosta (catene su alberi).

Si deve ora fare un piccolo trasferimento seguendo un'evidente traccia che rimonta la comba boscosa proprio sopra la sosta, circa una quarantina di metri da percorrere slegati fino a raggiungere la base della placconata sulla quale ricomincia a correre la via.

Primo tiro

2) Il secondo tiro (30 metri) inizia con una diagonale verso sinistra, seguita da un passo antipatico su placca. Si prosegue quindi seguendo la linea dei fix per roccia rossastra fino alla base di un evidente diedro; rimontato uno speroncino si sosta poco comodamente su due fix.

Secondo tiro

3) La terza lunghezza (30 metri) affronta il tettino sovrastante la sosta: si procede prima in diagonale verso sinistra per poi superare la fascia rocciosa strapiombante salendo sullo spigolo della stessa. Si prosegue ora nel diedro fino ad incontrare la sosta, stretta, alla base di un tettino.

Dalla sosta del terzo tiro

4) L'ultimo tiro (30 metri) supera il tetto posto pochi metri sopra la sosta con movimenti di spaccata sul diedro a destra. Oltrepassato il tetto l'arrampicata diviene più facile, per grossi buchi e fessure (una piastrina mancante), raggiungendo l'ultima sosta su comodo balconcino.

Ottima, da qui, la vista sul gruppo dei Sibillini, dietro i quali sembra anche di scorgere il profilo dei Monti della Laga.

Sibillini ancora innevati!

La discesa avviene lungo la via di salita, con doppie su maglie di calata alle soste. In alternativa, raggiunta la vetta del Monte Igno, si può scendere seguendo il sentiero che in qualche minuto incrocia il percorso seguito durante l'avvicinamento.

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