mercoledì 5 agosto 2015

Pizzo del Diavolo, Florio Calibani

La via risale quasi interamente la parete Est del Pizzo del Diavolo, con difficoltà tutto sommato contenute e in un ambiente particolarmente suggestivo.
La roccia, in compenso, non è certo delle migliori: spesso ci si trova a ravanare tra pietre instabili e ghiaino, ma questa tutto sommato è una caratteristica della parete e deve essere messa in conto.
Abbiamo probabilmente sbagliato l'ultima parte della via, trovandoci a passare per un camino invece che per uno spigolo, forse ingannati da un cordone su una clessidra.
Tutto sommato una salita piacevole, non tanto per la roccia quanto per l'ambiente e la parete.

Accesso: Forca di Presta
Tempo di percorrenza: 11 ore in totale, 7 per la via
Dislivello: 1.200 metri, 400 la via
Difficoltà: D (pass. IV+ e V)
Valutazione: ***


L'avvicinamento impiega poco più di un paio di ore.
Da Forca di Presta si sale alla Sella delle Ciaole, per poi scendere ai Laghi di Pilato, dove si inizia a risalire per il ghiaione sottostante la parete.
La via attacca poco a destra della struttura chiamata il Portico, un evidente avancorpo posto proprio sotto la parete Est del Pizzo del Diavolo.
Si deve individuare, per l'attacco, un canale qualche decina di metri a destra del Portico; dalla base del canale si vede già in alto un grosso masso incastrato, dove si trova la prima sosta.

L1: salire per l'evidente canale, tenendone il fondo, fino a sostare sotto un evidente masso incastrato, attorno al quale passa un cavo in acciaio (40 metri, III).

Il canale del primo tiro

L2: seguire ancora il canale, raggiungendo una sosta su chiodi un po'scomoda, poco sotto la base dei grandi strapiombi gialli visibili già dall'attacco (20 metri, III).
L3: ora salire traversando verso sinistra per placche, sino ad una sosta su chiodi con cordone (30 metri, III).
L4: dritti per le placche sovrastanti, puntando alla base del primo camino da destra (se ne vedono tre), dove passa la via. Sosta su uno spit all'ingresso del camino (35 metri, III).

Strapiombi. Il primo da dx è il camino dove passa la via

Il quarto tiro

L5: è il tiro chiave, salire per il camino in opposizione, fino a quando la struttura si strozza. Qui, seguendo un paio di chiodi, uscire sulla destra (V), superando ancora qualche metro, ora più coricato, fino alla sosta su terrazzino (30 metri, V).

Dalla sosta di L5

Laghi di Pilato

L6: proseguire ancora qualche metro nel camino, sin quando questo termina in una zona decisamente più facile. Ora per balze e roccette fino ad una pancia da vincere in spaccata con bel passaggio (IV+, ch. e friend incastrato). Ancora qualche metro su terreno più appoggiato e si sosta sulla destra, in corrispondenza di un caratteristico terrazzo con buco (60 metri, III, un pass. IV+).

Terrazzino con buco

L7: dal terrazzo aggirare lo spigolo sulla destra, proseguendo poi per balze e sfasciumi dentro l'evidente colatoio, sino a sostare su due chiodi, poco visibili, infilati tra fessure erbose (50 metri, III).

Questo è il punto in cui probabilmente abbiamo sbagliato tracciato. Secondo le relazioni si dovrebbe salire verso destra, raggiungendo la base di uno spigolo seguendo una paretina di III+.
Noi invece, attirati da un cordone su clessidra in alto, abbiamo mantenuto la linea retta, ancora dentro il canale, uscendo poi, con il tiro successivo, per uno stretto camino visibile già dalla sosta precedente.
Di seguito il tracciato seguito da noi.

L8: Salire ancora lungo il canale, a tratti erboso, costeggiando un evidente spigolo, sino a sostare su un grosso masso al centro del colatoio (50 metri, III).
L9: Superare qualche metro di misto roccia/erba per poi immettersi nello stretto camino, dal quale uscire verso sinistra su terreno più appoggiato, diverse possibilità di sosta (50 metri, III, un pass. IV).
L10: Su terreno facile, seguire una sorta di diedro su roccia molto instabile, alla fine del quale è possibile sostare su spuntoni (40 metri, II).

Il canale seguito negli ultimi tiri

Da qui mancano ancora un centinaio di metri dalla vetta, ma è forse inutile procedere legati. Con le corde nello zaino siamo quindi saliti per sfasciumi e ghiaie fino alla vetta.

Vetta!

Per il rientro si raggiunge per cresta la Cima del Redentore, quindi si prosegue (sx) seguendo la dorsale principale, fino a Cima Pratopulito.
Da qui si scende per cresta al Rif. Zilioli, dal quale si ripercorre il sentiero d'andata.

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